La Protesi di anca con tecnica mini-invasiva
Presso la nostra Unitá Operativa OTB ogni anno si effettuano circa 100 impianti protesici all'anca eseguiti con tecnica Mini-Invasiva su un totale di circa 200 impianti protesici.
Per Protesi all'anca si intende un intervento chirurgico ortopedico che prevede la sostituzione dell'articolazione di un'anca malata e che come tale fa male ed é limitata nei movimenti, con un impianto artificiale fatto di metallo, ceramica o plastica (Per capire in modo completo questo articolo leggi l'articolo sulla Protesi Totale d'anca cliccando qui).
(1) Negli ultimi anni si è sviluppato un grande interesse nell'eseguire protesi d'anca attraverso minime incisioni cutanee e vie d'accesso chirurgiche non invasive. I primi interventi eseguiti negli Stati Uniti prevedevano una doppia possibilità: eseguire l'impianto di una protesi con una singola mini incisione cutanea postero–laterale di circa 5 cm, oppure attraverso due mini incisioni, una anteriore ed una posteriore di 3 – 4 cm4,5,6,7, nella regione dell'anca.
Alcune aziende produttrici di dispositivi protesici hanno aiutato lo sviluppo di tali tecniche approntando una serie di nuove protesi e strumenti chirurgici in grado di agevolare l'impianto di una protesi, che peraltro non cambiava né forma né dimensioni. da qualche tempo poi anche in Italia ed in Europa si è esteso l'utilizzo di tali tecniche in chirurgia protesica sia dell'anca che del ginocchio.
La Mini-Invasività in chirurgia protesica
Il concetto generico di mini invasività in chirurgia protesica prevede l'inserimento di una protesi attraverso una minima incisione cutanea ed un assente o minimo sacrificio delle strutture muscolari e capsulo-legamentose4,6,7 . Tale concetto può essere inoltre esteso anche ad un minore sacrificio di tessuto osseo (minore resezione della testa femorale, o semplice suo rivestimento - protesi a conservazione del collo femorale, protesi di rivestimento della testa femorale e protesi di limitate dimensioni4,6,7) anche se l'accoppiamento metallo-metallo necessario per i cosiddetti resurfacing (Protesi dette di rivestimento o di superficie) e la sua conseguente ionizzazione potenzialmente tossica (problemi derivati dalla liberazione di ioni metallo tossici attorno alla protesi e nel sangue) a lungo termine lascia ancora alcune ombre sull'utilizzo di questi nuovi impianti a risparmio di tessuto osseo (clicca qui e leggi l'articolo completo sulle Protesi d'Anca di superficie consigliate ai più giovani).
La tecnica chirurgica Mini-Invasiva che proponiamo nel nostro centro, si riferisce solo alla tecnica operatoria e prevede l'utilizzo di un impianto moderno e con accoppiamenti non tossici.
I rapporti provenienti dai centri con maggiore casistica e periodi di follow up in questo specifico settore come il nostro, sono estremamente interessanti. Alcuni autori riferiscono che dopo l'iniziale curva di apprendimento da parte del chirurgo che sicuramente è lunga vista la complessità della tecnica chirurgica, i tempi operatori risultano sovrapponibili a quelli necessari seguendo la tecnica chirurgica convenzionale4,6,7. Inoltre non sono riferiti incrementi di incidenza di complicanze, utilizzando queste nuove tecniche, come infezioni, paralisi nervose, lussazioni da mal posizionamento delle componenti o mobilizzazione della protesi3,4,5,6,7. Altri dati estremamente interessanti provenienti da questi studi, purtroppo raramente prospettici e randomizzati, sono risultati:
- La minore perdita ematica.
- Il minor dolore post operatorio.
- Un più rapido recupero nei pazienti sottoposti all'intervento con nuova tecnica mini invasiva 2,4,6,7,8.
- Precoce dimissione ospedaliera.
Il candidato ideale
A nostro avviso, tutti i pazienti possono essere sottoposti ad intervento di protesi d'anca con questa nuova tecnica. Il paziente ideale, però, è un paziente non in sovrappeso, con masse muscolari non eccessivamente sviluppate. Non deve avere presentato inoltre recenti forme di trombosi venosa profonda (TVP) perché sottoposto a manipolazioni dell'arto durante l'intervento, o non deve essere in condizioni di precario compenso cardiocircolatorio (per una ipotetica maggiore durata dell'intervento), né tantomeno deve essere sottoposto ad un intervento di revisione protesica 4,6,7. Nella nostra esperienza anche i displasici possono benificiare di questa tecnica mini-invasiva. La decisione se operarvi oppure no con questa nuova procedura chirurgica, sarà quindi presa dal chirurgo ortopedico, in accordo con il medico di famiglia del paziente.
Quali soni i vantaggi della tecnica Mini-Invasiva?
La tecnica mini invasiva ed a risparmio dei tessuti per protesi d'anca offre vantaggi significativi rispetto alla tecnica tradizionale:
- Ridotte incisioni cutanee (7-8 cm. Per la tecnica con mono incisione per via anteriore diretta, con riduzione delle dimensioni della cicatrice e migliore resa estetica).
- Ridotto sacrificio del tessuto muscolare e di tessuti tendinei e legamentosi.
- Ridotto ricovero ospedaliero ( per l'Italia 3-4 giorni ).
- Precoce riabilitazione.
- In molti casi riduzione delle perdite ematiche.
- Accelerato recupero delle attività della vita quotidiana e pronto ritorno all'attività lavorativa4,6,7.
Ogni anno nel mondo vengono effettuati oltre 600.000 interventi protesici dell'anca. Questi interventi sono in continuo aumento, a causa dell'incremento della durata della vita media. Una tecnica chirurgica mini invasiva con potenziali minori complicanze post operatorie è sicuramente vantaggiosa per il paziente giovane ma anche per quello anziano. La possibilità di ridurre la durata della degenza per questo tipo di ricoveri è indubbiamente un fattore importante per la riduzione dei costi ospedalieri. È normale dunque l'interesse che si è creato nei confronti di queste nuove tecniche mini invasive. È altrettanto utile, al di là dell'entusiasmo iniziale per queste tecniche chirurgiche innovative, che presso questi centri pilota vengano effettuati seri trial clinici prospettici randomizzati per la valutazione dell'outcome di questa nuova procedura chirurgica. Il futuro nella chirurgia ortopedica è comunque nella tendenza alla sempre minore aggressività chirurgica. Lo sviluppo di queste complesse tecniche mini invasive e di nuovi dispositivi protesici, associate alla tecnologia di "navigazione" computer–assistita intra-operatoria contraddistinguerà l'interesse e la ricerca del mondo ortopedico dei prossimi anni 5,6,7.
(Intervento chirurgico e tecnica mini invasiva CONSIGLIAMO LA VISIONE AD UN PUBBLICO ADULTO NON IMPRESSIONABILE)
Riferimenti bibliografici
1) Articolo pubblicato sul periodico: MEDICO E PAZIENTE n.3 Marzo 2004, Redatto da:Michele Ulivi. Responsabile U.O. Ortopedia e Traumatologia Istituti Clinici Zucchi, Monza
2. Bierbaum B, Hill C, Callaghan J. An analysis of blood management on patients having a total hip or total knee arthroplasty.J Bone Joint Surgery Am 1999; 81: 2.
3. Navarro R, Schmalzried T, Amstuz H, Dorey F. Surgical approach and nerve palsy in total hip arthroplasty. J Arthroplasty 1995; 10: 1.
4. Wright J, Crockett H, Sculco T. Mini-incision for total hip arthroplasty. Orthopaedics 2001; 7: 18.
5. Di Gioia AM, Jaramaz B, Colgan B. Computer assistite technologies. Clin Orthop Rel Res 1998; 354: 8.
6. Di Gioia AM, Plakseychuk AY, Levison TJ, Jaramaz B. Mini-incision technique for total hip arthroplasty with navigation. J Arthtoplasty 2003; 18: 2.
7. Berry JD et al. Minimally invasive total hip arthroplasty development, early results. J Bone Joint Surgery Am 2003; 85: 2235-2246.
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