QUANDO LA NECROSI...
Presentiamo il caso particolare di un paziente affetto da coxartrosi in quadro di necrosi asettica della testa femorale.
La necrosi dell'anca è un processo patologico che si instaura quando una regione della testa del femore non riceve afflusso di sangue e quindi 'muore'. Le sollecitazioni legate al carico nella zona di necrosi determinano un'alterazione strutturale dell'osso che tende a collassare e a far perdere l'anatomica sfericità della testa del femore. Questa alterazione morfologica porta ad un'incongruenza fra le due superfici articolari una concava (quella acetabolare) e l'altra emisferica (quella della testa del femore).
Questa incongruenza può portare ad una degenerazione progressiva non solo della cartilagine articolare dell'acetabolo ma anche ad un'erosione ossea dello stesso; è questo il caso del nostro paziente in cui la necrosi della testa femorale ha determinato una grave deformità dell'acetabolo.
L'intervento chirurgico di protesi totale si rende necessario per risolvere il dolore, la grave limitazione funzionale e la dismetria che la patologia coxo-femorale crea.
L'alloggio della componente acetabolare però risulta , in questi casi, più diufficoltosa perche la stabilità dell'impianto dipende dalla superficie di appoggio tra l'impianto e l'osso e dove l'osso manca, la componenete acetabolare non può avere una stabilità primaria ottimale.
Si rende quindi necessario ricostruire la superficie ossea con innesti di osso o supporti artificiali che aiutino a ripristinare l'alterata anatomia.
Ne caso che stiamo presentando abbiamo utilizzato osso autologo ricavato dalla testa femorale.
La prima fase è stata quella di identificare il difetto e ricostuirlo modellando l'osso a nostra disposizione, inserirlo nella zona di ammanco e fissarlo con delle viti.
Successivamente abbiamo creato l'alloggio per la componente protesica acetabolare ed abbiamo posizionato la coppa acetabolare che presentava una buona stabilità primaria ma abbiamo voluto mettere delle viti per per aumentare congruenza e stabilità dell'impianto.
In fine abbiamo ultimato l'impianto con la componente femorale e le prove di stabilità.
Il risultato è stato molto soddisfacente per noi ma soprattutto per il paziente che in seconda giornata post operatoria ha iniziato già il programma riabilitativo.
Abbiamo concesso un carico protetto fino a 20 Kg sull'arto operato. Questo perchè vogliamo proteggere l'innesto osseo evitando eccessive sollecitazioni che potrebbero non solo mobilizzarlo ma disturbarne anche il processo di osteointegrazione.